olimpiadi 2022

Le Olimpiadi del grande intrigo

Non è una novità che le Olimpiadi siano un terreno di scontro politico. Leggendo le notizie riguardanti le Olimpiadi di Pechino sembra proprio che il clima sia tornato quello delle grandi battaglie di spionaggio della Guerra Fredda, rese immortali dai libri di John le Carrè. Da un lato il blocco occidentale – che poi blocco davvero non è – dall’altro il blocco orientale, che invece sembra proprio essere un blocco di ghiaccio, di ferro, di pietra, scegliete voi. In Occidente il boicottaggio è iniziato molti mesi fa con il pretesto delle violenze contro gli Uiguri, popolo di origine turco-mongola che abita nella regione dello Xinjiang, contro cui il governo di Pechino avrebbe inasprito quello che le ONG mondiali definiscono un vero e proprio genocidio. Negli ultimi mesi poi, aveva preso ancora più forza simbolica questa presa di posizione dopo le denunce, ritirate in modo alquanto rocambolesco, della numero uno del tennis cinese Peng Shuai vittima di un presunto stupro da parte di un funzionario cinese ormai in pensione.  Il presidente americano, in prima linea nel boicottaggio, aveva già fatto sapere a metà dicembre che gli USA non avrebbero prestato i propri atleti ad un palco così poco brillante dal punto di vista dei diritti civili ed umani come quello allestito da Xì Jinping. A seguito del presidente americano molte associazioni e sponsor avevano tuonato contro il Governo cinese, ma alla resa dei conti pochi sono rimasti davvero fedeli al fianco di Biden.

Peng Shuai
L’hashtag #whereispengshuai è stato un trend topic degli ultimi mesi

Ma anche qui le posizioni sono frastagliate e naïf. Per esempio, fra i Paesi europei, Francia, Germania e Italia hanno deciso di prendere parte ai giochi invernali, anche se gli italiani non manderanno alla cerimonia di inaugurazione la Vezzali, sottosegretario allo sport, ma l’ambasciatore Luca Ferrari. Mentre per i tedeschi le cose hanno assunto un carattere ancora più grottesco da quando il governo teutonico ha invitato i propri atleti a non consumare in terra cinese carne di maiale che potrebbe aver subito un arricchimento di anabolizzanti reagenti ai controlli anti-doping. Questo clima da thriller, però, non è creato solo dagli ospiti, o dagli sperati ospiti, di Xi Jinping; il governo cinese, infatti, non è stato a guardare accusando a sua volta la squadra canadese di aver portato nel Paese del sole nascente una variante del Covid sconosciuta attraverso dei materiali inviati in modo anonimo. 

Ma per il governo cinese non sono i sotterfugi o le piccole malizie le armi con cui rispondere alle mosse dei nemici americani, sono i fatti veri e propri con cui controbatterà. Si stringeranno attorno al presidente cinese i suoi più stretti partner finanziari e geopolitici. Neanche a dirlo, primo fra tutti, già annunciato alla cerimonia inaugurale: Vladimir Putin, uomo forte di un improvvisato ma abbastanza determinato blocco orientale, che vanta tra gli altri affari quello di un nuovo progetto spaziale che veda proprio i due Paesi uniti nella ricerca.  Ma non di sola Russia si nutrono queste Olimpiadi, anzi. Attesi all’inaugurazione per il mondo arabo oltre all’immancabile Abdel Fattah al-Sisi si affiancano anche Mohammad bin Salman Al Sa’ud, il principe degli Emirati Arabi e l’Emiro del Qatar, Paesi tutti uniti da interessi commerciali e da possibili visioni militari concordanti. 

putin

Per non farsi mancare nulla Xi Jinping si è anche assicurato la presenza del presidente kazaco e del discusso presidente serbo, recentemente salito agli onori della cronaca per il caso Djokovic, figura strategica per l’ascesa cinese all’interno del mondo balcanico. Tutti uomini centrali per il futuro economico e politico della nuova Cina, che certo non nasconde le proprie ambizioni egemoniche globali.  Non siamo in realtà di fronte ad una riproposizione della Guerra fredda che si nutriva così tanto di sport (ricordiamo il caso clamoroso tra cui quelli delle sportive dell’ex-DDR dopate in modo inumano), perché lì in qualche modo si trattava di mantenere il prestigio attraverso le imprese agonistiche. Invece, nel nuovo iper-capitalismo globale le occasioni sportive sono un lasciapassare  verso il ballo della celebrità, in cui chi organizza dimostra forza, competenza e possibilità: praticamente il know-how giusto per entrare nelle partite economiche globali. 

E che succede a chi le vince le Olimpiadi? L’esempio pratico lo abbiamo sotto gli occhi ben evidente; basta guardare a casa nostra. La forza sportiva, meglio se concentrata tutta in una stagione come quella dimostrata dall’Italia nello scorso 2021, è un motore trainante per economia e prestigio internazionale. Sarebbe un errore, però, pensare solo che a livello economico le imprese sportive possano riavviare processi solitamente molto lenti, come quegli dell’accrescimento del prestigio di alcuni marchi o stili. Sono infatti anche le interlocuzioni istituzionali a giovare delle imprese sportive, si veda ancora il caso Djokovic che a seguito di una scelta personale ha scatenato una guerra diplomatica internazionale.

Xi Jinping

Ma alla fine anche in queste Olimpiadi ad attirare l’attenzione saranno le storie, le piccole sorprese che lo sport ci riserva ogni giorno, perché vissuto da atleti che dedicano la loro vita ad imprese più grandi di loro. Proprio come la storia di Sui Wenjing e il suo compagno di pattini Han Cong, già premiati con argento e bronzo alle precedenti Olimpiadi per il pattinaggio artistico, che questa volta puntano all’oro proprio nella loro terra, prima probabilmente di convolare a nozze. Un gesto che coronerebbe quel gesto romantico accaduto proprio su una pista di pattinaggio: un bacio spontaneo sulla pancia della piccola pattinatrice cinese. Saranno le storie a scaldare anche queste Olimpiadi sul ghiaccio, saranno le storie che alla fine continueremo a seguire e ad amare tutti noi. 

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