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Il nuovo film live-action Disney su Biancaneve: tra polemiche, rivisitazioni e primi entusiasmi

È finalmente uscito nelle sale italiane il nuovo film Disney Biancaneve, rivisitazione in live-action (cioè con attori in carne e ossa) dello storico film d’animazione del 1937. Diretto da Marc Webb ((500) giorni insieme, The Amazing Spider-Man) e scritto da Greta Gerwig (Barbie) insieme a Erin Cressida Wilson, il film è uno dei progetti più costosi della Disney, con un budget da 250 milioni di dollari, esclusa la promozione. Ed è anche, senza dubbio, uno dei più chiacchierati.

Le polemiche sono iniziate già nel 2021, con l’annuncio che Biancaneve sarebbe stata interpretata da Rachel Zegler, attrice di origini ispano-americane. Molti utenti conservatori e nostalgici avevano criticato la scelta, sostenendo che un personaggio “bianco come la neve” non potesse essere interpretato da un’attrice non caucasica. Ma la decisione di Disney rispecchia la sua linea di rinnovamento inclusivo dei classici, già vista con La Sirenetta, dove la protagonista era stata interpretata da Halle Bailey, afroamericana.

Zegler, da parte sua, ha acceso ulteriormente il dibattito con alcune dichiarazioni rilasciate durante i primi eventi promozionali del film. Ha definito “superate” diverse parti della trama originale e ha descritto il principe come “uno stalker”, affermazioni che molti, in particolare tra i fan più affezionati ai classici Disney, hanno percepito come un attacco al romanticismo tradizionale delle fiabe.

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A rendere ancora più accesa la discussione è stata la questione della rappresentazione dei nani, sostituiti nel nuovo adattamento da creature magiche. Peter Dinklage, attore con acondroplasia, malattia genetica ereditaria caratterizzata da uno sviluppo anomalo dello scheletro, aveva criticato apertamente il progetto, accusando Disney di non essersi davvero allineata alla crescente sensibilità pubblica sulla disabilità e sulla dignità dei ruoli proposti. In risposta, la casa di produzione aveva dichiarato l’intenzione di coinvolgere consulenti affetti da acondroplasia nella scrittura dei personaggi, ma alla fine ha optato per rappresentarli tramite CGI, utilizzando la computer grafica al posto di attori in carne e ossa. Una scelta che ha suscitato nuove critiche, anche da parte di attori nani, molti dei quali si sono detti delusi per quella che ritengono un’occasione mancata di autentica inclusione e rappresentanza sullo schermo.

Un ulteriore elemento di tensione è arrivato dalle posizioni politiche opposte delle due protagoniste. Gal Gadot, che interpreta la Regina cattiva, è israeliana e ha espresso il suo sostegno a Israele dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, criticando la mancanza di supporto internazionale. Al contrario, Zegler è da tempo vicina alla causa palestinese, sostenendo aiuti umanitari e condividendo messaggi solidali sui social. Sebbene le due non abbiano mai affrontato apertamente le loro divergenze politiche, Disney ha cercato di gestire la promozione del film con estrema cautela, limitando le interviste e gli eventi stampa.

In un clima così acceso, la major ha adottato una strategia promozionale insolita: nessun grande evento in UK per la première europea, sostituito da una più sobria proiezione in un castello spagnolo; biglietti aperti solo 11 giorni prima dell’uscita, invece del solito mese; e una stampa ridotta all’essenziale alla première di Hollywood. Tutto per evitare che le polemiche si moltiplicassero ulteriormente.

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Molti dettagli della storia, poi, sono molto diversi dall’originale del 1937. A cominciare dal titolo, che non è più Biancaneve e i sette nani, ma semplicemente Biancaneve. Un cambiamento che segna fin da subito l’intento di offrire una rilettura più moderna e autonoma della fiaba.

Nel film, la protagonista non viene chiamata Biancaneve per il colore della sua pelle, ma perché è nata durante una tempesta di neve: un dettaglio che ricalca alcune versioni storiche della fiaba, spostando l’attenzione da un elemento fisico a uno narrativo. Anche la figura del principe cambia volto: Jonathan non è un nobile di sangue reale, ma una sorta di Robin Hood, impegnato a rubare alla regina per aiutare i più poveri. Il rapporto tra i due non si basa più sul classico schema del salvatore e della damigella in pericolo: Biancaneve è una ragazza determinata, attiva, partecipe; non attende più il suo principe, ma prende in mano la propria storia.

In linea con questo aggiornamento, anche la celebre canzone Someday My Prince Will Come è stata sostituita da Waiting on a Wish, un brano che mette al centro la volontà e i sogni della protagonista, invece della passiva attesa di un amore risolutore.

Il finale rimane in parte fedele alla versione originale: la mela avvelenata c’è, così come il bacio che spezza l’incantesimo. Ma la Biancaneve del film non si limita a risvegliarsi: prende in mano il proprio destino e affronta la Regina cattiva con risolutezza. Il risultato è una fiaba che si rinnova, senza rinnegare le sue radici. Il romanticismo resta, ma si bilancia con una maggiore autonomia della protagonista; l’avventura si fa più intensa; e il messaggio, più complesso e sfaccettato, parla a un pubblico moderno senza perdere la magia dell’originale.

E, contro ogni previsione, le prime recensioni sono sorprendentemente positive. Variety ha definito Biancaneveuno dei migliori adattamenti live-action di un classico Disney“. Il critico Owen Gleiberman ha apprezzato la modernizzazione della storia d’amore, paragonandola a quella di Frozen, e ha elogiato la rappresentazione delle “creature del bosco” (non chiamate mai “nani”) come simili agli hobbit, giudicandola rispettosa. La collega Katcy Stephan ha sottolineato l’equilibrio tra la profondità del personaggio di Biancaneve e la dolcezza della storia d’amore. E l’interpretazione di Rachel Zegler ha ricevuto consensi unanimi.

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