Il 2021 si apre all’insegna delle novità per il Genoa che ha da poco annunciato la conclusione del contratto con il calciatore olandese Kevin Strootman, preso in prestito dal Marsiglia. Ma le novità non si fermano qui e all’annuncio della nuova recluta si accompagna la presentazione della nuova maglia della squadra realizzata da un nuovo sponsor d’eccellenza. Si tratta, infatti, di un brand famoso per aver traghettato un concetto d’eleganza maschile tutto inglese nel corso del Novecento riuscendo a ridisegnarlo anche in una versione più adatta al nuovo millennio: Ben Sherman.
In occasione della presentazione, Strootman si è fatto anche testimonial del nuovo brand e della nuova maglia, presentandosi con un elegante completo sartoriale blu con dettagli e dolcevita granata. Ma non è solo la scelta cromatica che accomuna il centrocampista olandese al brand made in UK. Ritornando indietro nel tempo, in particolare ai primi anni Sessanta, ritroviamo Ben Sherman al centro di quella rivoluzione dei costumi che da Londra sarebbe poi esplosa in tutto il mondo: Carnaby Street divenne, in quegli anni, il centro di tutta una serie di movimenti giovanili di controcultura che avrebbero cambiato per sempre le regole della società.
Dopo un aver vissuto per svariati anni negli USA, in particolare nella San Fernando Valley, lo stilista decise di tornare nella sua Brighton alla fine degli anni Cinquanta dove allestì una fabbrica nella quale cominciò a creare t-shirt per altri brand. Proprio grazie ad una t-shirt le cose sarebbero cambiate per sempre. Infatti, Sherman decise nel 1963 di lanciare la sua prima t-shirt esclusiva: lo stile era quello dell’ American Ivy League, alle quale Ben Sherman aggiunse il suo famoso “hook”, un bottone dietro il colletto e, soprattutto, la sua grande passione per i colori e le stampe.
Gli anni Sessanta erano, però, anche gli anni dei mods (abbreviazione per Modernists), uno dei gruppi di subculture più famosi e più longevi della storia. A contraddistinguerli, per prima cosa, c’era la passione per la musica afroamericana (soul e ska su tutte), il rythm and blues e la musica beat; per non parlare poi del loro mezzo di trasporto preferito: le italianissime Vespa o Lambretta.
Per quanto riguarda lo stile, i mods si caratterizzavano per un look estremamente elegante e ricercato, curatissimo fino all’ultimo dettaglio, dalla pettinatura ai calzini. In particolare, la loro fonte di ispirazione principale era il look della Ivy League, composto da: camicie bottom-down, giacche attillate a tre bottoni, pantaloni senza pinces e i mocassini. A questo si aggiungeva una grande passione per la sartoria italiana corredata da polo e t-shirt. Proprio in questo contesto Ben Sherman, con il suo stile elegante ma ricercato e le sue t-shirt semplici e fantasiose, divenne il loro punto di riferimento e, per tanto, decise di aprire uno showroom in Carnaby Street. Ma cosa lega Kevin Strootman a Ben Sherman e ai mods?
Strootman, così come i mods, è in grado di coniugare, nel suo stile di gioco, caratteristiche comuni agli olandesi e tratti esclusivi e personali. La sua fisicità prorompente lo rende sicuro di sé nei contrasti grazie anche ad una preparazione atletica eccellente; a questo si associa un sinistro potente e un’ottima visione di gioco. Alla sicurezza che gli deriva dal suo aspetto (nel caso dei mods questa era determinata da un abbigliamento che li faceva sentire parte di un gruppo) si abbina, infatti, una cura maniacale del dettaglio che lo accomuna alla ricerca di perfezione del movimento dei Modernists. La sue tecnica poliedrica, tipica degli olandesi, gli permette di ricoprire praticamente qualsiasi ruolo in campo; una grande grinta lo rende un campione anche nei calci di rigore e nelle punizioni, che completa sempre con potenza ed energia. Tratti questi che, ancora una volta, lo associano alla subcultura inglese, famosa per lo stile certo, ma anche per la violenza negli scontri con gli altri movimenti di controcultura.
Cos’è Strootman se non la trasposizione dello spirito dei mods in serie A? L’eleganza della tecnica, la ricerca della perfezione, la poliedricità e l’energia prorompente: tutti tratti che per decenni hanno reso questo movimento di controcultura osannato e odiato dalla stampa e dall’opinione pubblica. A questo si aggiunge un altro bizzarro dettaglio. Il mondo del calcio ha sempre rappresentato un luogo di incontro per molti e anche i mods (o almeno alcuni gruppi) non sono rimasti immuni al fascino di questo sport e alle sue tifoserie. In Italia, la loro presenza sugli spalti accanto ali ultras è accertata sin dagli anni Ottanta e, non a caso, tra i gruppi più famosi nel calcio italiano ci sono gli ASR Mods della Roma, società della quale Strrootman ha fatto parte dal 2014 al 2019. Coincidenze? Comunque sia, il calciatore olandese si approccia oggi a questa nuova avventura con Genoa con tutta l’eleganza, la precisione e la tecnica che lo contraddistinguono.