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Gli Stati Uniti e il doping, una storia infinita

La WADA, l’Agenzia mondiale antidoping, ha fatto scoppiare un caso clamoroso con un comunicato stampa in risposta a un articolo uscito su Reuters in data sette agosto – lo trovate qui. La USADA ha coperto almeno tre atleti, di cui uno di livello élite, nel corso degli ultimi anni, nonostante fosse chiaramente emersa la loro positività. 

La WADA ha affermato che la USADA ha violato il codice globale consentendo a diversi atleti sorpresi tra il 2011 e il 2014 a violare le norme antidroga di agire sotto copertura e continuare a gareggiare senza essere perseguiti, in cambio di informazioni su altri trasgressori. Se l’agenzia statunitense ha affermato che la tattica era necessaria e consentita, e voleva continuare a usarla, quella mondiale ha affermato che era contro il suo codice e che gli atleti sorpresi a violare le regole del doping non dovrebbero schierarsi in gara, vincendo potenzialmente premi in denaro e medaglie, senza prima essere stati pubblicamente perseguiti e sanzionati. In una dichiarazione, la WADA ha affermato:

La Wada è ora a conoscenza di almeno tre casi in cui agli atleti che avevano commesso gravi violazioni delle norme antidoping è stato permesso di continuare a gareggiare per anni mentre agivano come agenti sotto copertura per l’USADA, senza che quest’ultima ne informasse la WADA e senza che vi fosse alcuna disposizione che consentisse tale pratica ai sensi del codice (globale) o delle norme dell’USADA stessa”.

Chi è senza peccato getti la prima pietra“, probabilmente avrebbero voluto scriverselo sulle magliette i nuotatori statunitensi che hanno più volte accusato di doping lo stile liberista cinese Zhanle Pan, campione dei 100 metri con un record mondiale favoloso e protagonista di una rimonta pazzesca nella staffetta 4 x 100 metri alle Olimpiadi di Parigi che ha permesso alla sua nazionale di vincere l’oro. Dopo quanto emerso da ciò che scrive la WADA, come già successo precedentemente, vedi caso BALCO, gli atleti e le atlete a stelle e strisce farebbero bene a denunciare ciò che succede nel proprio sistema sportivo, prima di guardare in casa d’altri. 

Permetteteci però un’ultima, chiara e necessaria digressione: secondo le accuse delle WADA, quello che abbiamo letto è qualcosa di molto assimilabile a quanto è accaduto all’accusa di doping di stato che ha portato all’esclusione della Russia dalle Olimpiadi – ovviamente non nei numeri, nda -, il CIO come si comporterà? Toglierà a Los Angeles i prossimi Giochi olimpici? 

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