Che il calcio si possa vivere con una varietà di emozioni molto diverse non è certo una verità sconosciuta, ma che il calcio possa essere una dimensione spirituale, un rituale di riconoscimento per una comunità è una visione dello sport più amato dagli italiani originale. Andrea Novelli, arbitro per oltre dieci anni, è autore di romanzi gialli e thriller di successo, tra i quali Soluzione finale (Marsilio), Per esclusione (Marsilio/Mondadori), Il paziente zero (Marsilio) e la trilogia Manticora (Feltrinelli), oltre che critico e sceneggiatore. In questo romanzo edito da Ultre sport, Novelli ci porta attraverso una narrazione nitida e carica di ricordi personali e collettivi a ricevere il giorno in cui l’Italia saliva sul trono dell’Europa calcistica. Il giorno 19 aprile 1989, il giorno delle semifinali di ritorno Sampdoria-Malines 3-0 in Coppa delle Coppe, Bayern Monaco-Napoli 2-2 in Coppa UEFA e Milan-Real Madrid 5-0 in Coppa dei Campioni, considerato da tutti gli addetti ai lavori lo snodo cruciale che ha dato al nostro calcio la consapevolezza di poter primeggiare in campo internazionale, il preludio a un’epopea durata un decennio che ha visto sette squadre ottenere almeno una vittoria europea. Presentendo l’eccezionalità del momento, Andrea Novelli, all’epoca giovane arbitro dell’AIA, decise di assistere alle partite di Marassi e di San Siro, seguendo alla radio la contemporanea sfida di Monaco. Oggi ci regala un affresco di quella giornata straordinaria, restituendoci la bellezza di uno rito a cui ha partecipato con la lucida adesione dell’appassionato non tifoso. Perché, se è vero che, come scriveva Pasolini, il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo, di certo quel 19 aprile 1989 andò in scena uno degli spettacoli più emozionanti di sempre, non solo per i sostenitori delle squadre coinvolte, ma per un’intera collettività. Un’emozione che è bello rivivere e difficile non rimpiangere.
La narrazione di quella giornata è scandita attraverso un ordine cronologico dettagliato e da citazioni colte che rimandano costantemente l’attenzione ad un mondo intellettuale e ideale che sostiene la tesi che il calcio sia una categoria spirituale dell’anima. Il racconto si apre ovviamente in prima persona con il nostro autore che racconta le emozioni che alle 15.30 stingono uno stadio gremito intorno ad un urlo soffocato pronto ad esplodere.
Da questo punto in poi ognuno gioca il proprio ruolo su ognuno dei tre campi. Ogni ruolo ha sua sacralità, tra tutti emerge quello degli arbitri eletti a “magistrato e sacerdote” come sentenziato da Gianni Brera. Da qui in poi ognuno gioca il ruolo: i miti fanno i miti, le città le perfette cornici per un miracolo, milioni di italiani la corte di un regno che vince sui campi d’erba. L’atmosfera che si respira in tutto il libro è proprio quella della dimensione della sacralità appunto, sottolineata ad esempio da frasi celebri come quella di Silvio Berlusconi che ebbe a dire che tra tutti gli affari che gestiva solo il Milan era sacro. Così scorriamo attraverso le parole di Andrea Novelli quella giornata epica per il calcio italiano, aiutati a penetrare nelle sensazioni descritte da delle splendide illustrazioni che immortalano le azioni principali che hanno trasformato quella giornata in un epoca. Il merito di Il calcio come esperienza religiosa sta nella penna di Andrea Novelli di narrare gli eventi riportandoli attraverso una ricostruzione sentimentale che dona freschezza e verità agli episodi conosciuti.
La giornata si concluderà con una mezza vittoria, ma sarà la sensazione di veder l’Italia al centro del mappamondo calcistico. Un libro attuale, vista la recente qualificazione per tutte e tre le finali europee per club da parte di tre squadre italiane, che convince e coinvolge sin dalle prime pagine.