Inghilterra-Germania del 1966 (1)

Oltre la linea – Jünger e Heidegger a Wembley

Martin Heidegger è il grande pensatore di Essere e Tempo, ovvero il filosofo più discusso e interpretato del Novecento, che grazie alla sua imponente opera dedicata alla ricerca ontologica dell’Essere ha rimesso in discussione le categorie di pensiero occidentali. Ernst Jünger, invece, è l’uomo dell’attentato fallito a Hitler, dei romanzi in cui ha convogliato i ricordi di guerra; è l’uomo della scoperta psichedelica e del meraviglioso Trattato del ribelle.

Cosa sarebbero successo se i due – nella realtà buoni conoscenti – si fossero incontrati per guardare la storica partita Inghilterra-Germania del 1966?

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Martin Heidegger

Una tesi è quella che propone Fernando Acitelli nel suo piccolo gioiellò Oltre la linea – Jünger e Heidegger a Wembley. Lontanissimo dal romanzo di colore, Acitelli propone una lettura filosofica di una partita di calcio entrata nella storia per la sua difficoltà interpretativa.

Partiamo dai fatti. Inghilterra-Germania fu la partita che concludese il Mondiale di Calcio del 1966 a Wembley. Finale che vide schierati i Maestri del calcio, come allora si definiva la squadra inglese, ai mastini tedeschi che tra le proprie file vantavano un grandissimo campione come Franz Beckenbauer.

Oltre la linea - Jünger e Heidegger a Wembley

La partita sarebbe stata segnata da un imprevedibile equilibrio, rotto solo da un episodio clamoroso che spianò la strada alla squadra inglese: all’11º minuto Hurst, catturando un cross di Ball, si inventa un tiro che fa sbattere la palla prima sulla traversa e poi sulla linea di porta, lasciando per sempre il dubbio se fosse gol o no. Da questo momento clamoroso nella storia del calcio, Acetelli ricostruisce per via tematica il possibile incontro fra il grande filosofo e l’avventuriero, in una Germania post Seconda Guerra Mondiale che faticava ad uscire dall’immagine della perdente.

La linea è quella che osserva il Professor Heidegger sul suo termometro mentre si prepara alla partenza verso casa di Ernst Jünger, la linea sarà quella che decreterà una sconfitta calcistica, la linea sarà quella trincea evocata come metafora di vita da Jünger.

Nelle ore che precedono l’incontro Heidegger è alla prese con una febbriciattola che lo vede appeso alle linee del termometro per decidere se possa effettivamente affrontare il viaggio oppure no. Da questo limite della linea che segna i 37,8, il filosofo riconsidera le sue teorie sull’esserci e sullo scorrere del tempo,alla ricerca di un’ontologia che, però, ritrova solo negli affetti della casa familiare. Anche il viaggio verso la casa di Jünger sarà motivo di riflessione sulle possibilità dell’essere.

Il libro cambia registro quando Heidegger giunge nell’appartamento di Jünger, poco prima dell’inizio della finale tra Inghilterra e Germania. Appena la partita comincia si aprono scambi di opinione e visioni tra i due filosofi. Per Jünger la partita è una simulazione di guerra, a contare non sono i passaggi o i tiri, ma le formazioni in campo che si trovano a mimare un conflitto ancora aperto. La linea è una trincea, i calciatori soldati della patria. Per Heidegger il confronto è meno politico e più filosofico, una riflessione appesa su quella linea che segna il confine tra l’essere e l’esserci, il tempo e l’attesa, la vita e la morte.

Per Jünger la partita è una simulazione di guerra, a contare non sono i passaggi o i tiri, ma le formazioni in campo che si trovano a mimare un conflitto ancora aperto.

Libro dall’incredibile coesione e immedesimazione, Oltre la linea costruisce una perfetta struttura ricorsiva che si stende sulla vicenda narrata. Stilisticamente asciutto e chirurgico, Acitelli riesce a colpire quelle categorie di pensiero che, a volte, sono difficili da smuovere per i testi filosofici, proprio perché tutta la riflessione è scatenata da eventi semplici, quotidiani. La costruzione filosofica è notevole; si mescolano elementi importanti (soprattutto della filosofia di Heidegger) a gesti e routine prosaici, che però trasformano l’essere in esser-ci. Per chi conosce il lavoro dei due filosofi sarà un piacevole ritorno a due pensatori estremi del Novecento, per i neofiti della filosofia contemporanea una piacevole scoperta profonda pur se presentata in forma leggera.

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