Non è mia intenzione fare un racconto, una descrizione agiografica di Gianni Brera ma usare una parte della sua storia per parlare di me, di noi e tornare a lui.
il 22 maggio 1990, Eusébio (la Pantera Negra) è nel cimitero ebraico di Wigner Zentralfriedhof a Vienna. Ha con sé dei fiori, sono per il suo vecchio allenatore, colui che lo scoprì e lo porto alla fama internazionale. Eusébio si ferma davanti alla tomba, lascia i fiori, dice qualche parola e va via.
Anfield. Entrando nello stadio del Liverpool attraverso lo Shankly Gate, l’entrata dedicata all’eroe locale Bill Shankly, si trova una scritta che campeggia sopra l’entrata in ferro, You’ll never walk alone. Non si tratta di una scritta ornamentale, né una semplice frase motivazione. È qualcosa di più profondo, più dogmatico nella cultura dei Red
Tutti coloro che seguono lo sport sanno che la principale domanda di tutti i ragazzi che intraprendono questa carriera è: che cosa farò da grande? Per sua natura la carriera sportiva è effimera, per quanto redditizia, ed è per questa ragione che chiunque l’abbia intrapresa, se dotato minimamente di testa, all’età di vent’anni ha iniziato a chiedersi cosa fare di tutti quei soldi e come investirli in un’attività futura che garantisca rendita e permetta di mantenere uno stile vita a cui è difficile disabituarsi. Va aggiunta alla questione la riflessione su quanto sia precaria una vita sportiva.
La storia di Khalida Popal, una donna che contro tutti e tutto lotta per l'uguaglianza nello sport tra uomini e donne
Se ne è andato via in punta di piedi in una fredda e triste mattina. Il 12 febbraio 2019 il mondo del calcio ha detto addio a uno dei suoi straordinari interpreti, un campione vero sia dentro che fuori dal campo. Gordon Banks aveva 81 anni e da tempo stava lottando contro un brutto male.
Un giocatore che nonostante fosse un predestinato, nonostante eguagliasse in classe Maradona, non diventò mai un fuoriclasse, uno di quei giocatori da ricordare generazione dopo generazione. Perchè? Perchè al calcio preferì la vita. Il suo nome è Jorge Alberto González Barillas, noto a tutti come Mágico González, e questa è la sua storia.
Kareem Abdul-Jabbar, inventore dello Sky Hook, è stato per anni uno dei migliori interpreti del basket americano, dalle high school all’NBA, passando per l’università di Ucla, in California, dove fui allenato da John Wooden. Nella lega professionistica è stato il centro prima dei Milwaukee Bucks e poi del Los Angeles Lakers dello "showtime", ed una delle figure più rappresentative anche della battaglia degli afroamericani per l’uguaglianza sociale.
Era il 25 ottobre 1982 e con un discorso alla nazione Belisario Betancur Cuartas la Colombia divenne la prima ed unica nazione a rifiutare un Mondiale. Un sogno infranto per milioni di colombiani che per la prima volta nella loro storia poteva essere protagonisti di una competizione sportiva.
Jack Kerouac fece il suo primo down nell’autunno del 1935. Aveva tredici anni. Non aveva un fisico adatto per un giocatore di football, ma aveva tanta grinta e gambe potenti che ne facevano un velocissimo halfback. Prima ancora di mollare tutto per andare verso sud e iniziare la sua carriera da sbandato americano, il padre della Beat Generation era animato da una sola ed ossessiva passione, il football.
Il 5 maggio 1956, Finale di FA Cup tra il Manchester City e il Biirmingham. Il City sta conducendo per 3-1 ma ad un quarto d’ora dalla fine Peter Murphy nel tentativo di recuperare la palla dà una ginocchiata in faccia a Trautmann. Il tedesco perse i sensi per qualche minuto. Si riprese, ma i dolori erano lancinanti.
Gennaio 1938. Il diretto Bologna-Parigi è affollato. C’è un po’ di tutto, semplici vacanzieri, commercianti, gente normale. Ma non solo. Tra i vagoni di quel treno c’è anche un uomo. Un uomo che di normale ha ben poco. È un ungherese, ebreo, di bell’aspetto, elegante. Non è solo, con lui nello scompartimento ci sono sua moglie Elena e i suoi figli, Roberto e Clara. Il suo nome è Árpád Weisz.