La Junventus è stata multata di poco più di 700mila euro dopo aver patteggiato

Il calcio con l’asterisco

Nell’era delle squadre controllate da governi e agevolate da federazioni ammiccanti, il quadro normativo attuale risulta inadeguato. Serve cambiare approccio perché alla fine deve valere sempre il vecchio assioma che “il calcio appartiene ai tifosi”. Qualunque sia la tua opinione sulla ricchezza del Manchester City, della Juventus o dei proprietari del PSG, servono nuove regole.

Nel 2008 Speedo introdusse lo LZR Racer, un costume da bagno lungo per tutto il corpo, foderato con pannelli rigidi di plastica poliuretanica che riducevano drasticamente la resistenza nell’acqua. Fondamentalmente, trasformava il nuotatore in un tubo aerodinamico. L’innovazione fu introdotta in tempo per le Olimpiadi di Pechino, dove 23 record mondiali furono stabiliti da nuotatori che indossavano questo super costume. L’impatto sul mondo del nuoto fu cataclismatico. Coloro che avevano firmato accordi con altri produttori si trovarono di fronte alla scelta di rompere i loro contratti o vedere le proprie carriere rovinate. E, naturalmente, i record continuavano a crollare. Dopo che Michael Phelps, indossando lo LZR, fu sconfitto ai campionati mondiali del 2009 dall’ignoto Paul Biederman, che indossava una versione più evoluta dello Speedo, il suo allenatore Bob Bowman minacciò di farlo ritirare dal nuoto. Nello spazio di 17 mesi furono stabiliti 140 record mondiali utilizzando lo LZR. Quindici di essi sono ancora imbattuti. Come disse Bowman all’epoca: “Abbiamo perso tutta la storia dello sport“.

Per alcuni l’era dei super costumi rimane ancora un tabù, un imbarazzante segreto di famiglia, un periodo nella storia dello sport da dimenticare. Tuttavia, alcuni si chiedono anche casualmente come sarebbe stato il nuoto se la Fina (ora World Aquatics) non avesse scelto di vietare i costumi da bagno in plastica, come fece nel 2010. Cosa sarebbe successo se uno sport intero avesse scelto essenzialmente di legittimare la ricerca di un vantaggio grottesco attraverso qualsiasi mezzo possibile? Forse, riflettendoci, avrebbe finito per assomigliare molto al calcio.

La Juventus è stata multata per poco più di 700mila euro dopo aver patteggiato con la procura federale

Subito dopo straripante vittoria del Manchester City in Champions League contro il Real Madrid Lance Armstrong è diventato un trend su Twitter. L’analogia tra un ciclista dopato e il City è abbastanza naturale, considerando che la squadra mancuniana è sotto indagine per aver violato 115 regole della Premier League. Ma non è solo il City; il calcio di oggi vive un momento di grande dramma ma anche di grande farsa, definito da un’intera cultura di anarchia totale, gran parte della quale risiede nell’interminabile zona grigia tra ciò che è legale e ciò che non lo è.

La cosa triste è che questo è uno sport in cui essenzialmente tutti cercano di imbrogliare tutto il tempo, sia in campo che fuori. Dalle simulazioni e gli sprechi di tempo ai raggiri finanziari in cui si cerca di alterare i fondamenti stessi del gioco, distorcendo l’ecosistema competitivo attraverso ricchezze oscene o falsificando i bilanci. 

Il punto è che il quadro normativo che dovrebbe tutelare l’equità di questo sport è in  larga misura inadeguato. Questo è uno dei motivi per cui è urgente avere un forte organismo di regolamentazione indipendente. La questione chiave riguarda la fiducia: fino a che punto noi tifosi possiamo fidarci di ciò che stiamo guardando? Barcellona e Real Madrid durante l’era di Lionel Messi e Cristiano Ronaldo sono stati finanziati da centinaia di milioni di sovvenzioni statali illegali, principalmente agevolazioni fiscali e prestiti agevolati. I soldi che hanno finanziato gli ultimi anni di dominio della Juventus sono frutto di manovre illegali. I regimi che finanziano il City, il Newcastle e il Paris Saint-Germain sono autarchici e non conoscono il valore dell’equità, ma solo l’impazienza nell’ottenere ciò che vogliono. Che senso ha per i tifosi seguire una competizione in cui una squadra che ha fraudato per milioni l’intero sistema patteggia un’ammenda di poche centinaia di euro? Che interesse c’è nel guardare una competizione sapendo già che è iniqua? Qual è il divertimento nel vedere una squadra di super campioni che batte una normale solo perché ha trovato il modo di aggirare le regole?Davvero tutto questo può essere attraente? Dov’è la lealtà sportiva? Certo, riecheggia ancora la felice sintesi di Simon Kuper (“Quando miliardi di persone si preoccupano di un gioco, esso cessa di essere solo un gioco“), eppure, mi chiedo come non si possa restare amareggiati davanti a tutto questo.

Come sosteneva Jankélevich, viviamo in un periodo in cui la verità (e l’onestà) è una forma di trasgressione ingenua e infantile. Forse un giorno, come i record mondiali dei costumi Speedo, questo periodo nel calcio sarà superato e marcato con un asterisco. Questo campionato è stato vinto manipolando gli arbitri. Questa Champions League è stata vinta spendendo soldi che non si avevano. Questo Pallone d’Oro appartiene a un giocatore il cui club non avrebbe potuto permetterselo. Forse un giorno guarderemo indietro all’era spericolata del calcio con un senso di vergogna, una degenerazione da non ripetere mai più. Per ora, continuiamo a scivolare inermi nelle acque vischiose di questa realtà con il nostro super costume di poliuretano.

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