La fine del mondo è un'ossessione che ci accompagna da sempre, tra miti, religione, scienza e cultura pop. Ma perché siamo così attratti dall'Apocalisse? E cosa ci dice questa fissazione sul nostro presente?
Un'analisi tra cultura pop, educazione e realtà socio-economiche.
Ali Al Shehabi, artista del Bahrein, trasforma ricordi d'infanzia in arte emotiva. Attraverso una ricostruzione meticolosa, evoca la figura del padre perduto, esplorando il potere della memoria e la connessione tra passato e presente. Scopri il suo viaggio artistico e personale.
Dalla Cantata del Caffè alle Variazioni Goldberg, un viaggio nella maestria senza tempo di uno dei più grandi compositori della storia.
Han Youngsoo ha saputo raccontare la trasformazione della Seul del dopoguerra a metà del secolo scorso, offrendo una visione che arricchisce le rappresentazioni popolari di quell’epoca, spesso ridotte a un periodo di sole privazioni e difficoltà.
Scopri le radici, i tipi e le strategie per superare la sindrome dell'impostore, una condizione psicologica diffusa che mina l'autostima e il successo personale.
Le rivelazioni su una relazione controversa tra Cormac McCarthy e una ragazza di 16 anni sollevano interrogativi sull'impatto della sua vita personale sulla sua opera.
Cosa si nasconde dietro la procrastinazione, una tendenza umana che sfida la logica e rivela complessi conflitti interiori. Esplora le teorie di psicologi, economisti e filosofi su come trasformare questa abitudine in una risorsa, gestendo meglio il tempo e le decisioni.
Osservare un mandala significa intraprendere un viaggio visivo e spirituale. Si inizia dai margini, con raffigurazioni di monaci e divinità, per poi avanzare verso il centro, rappresentato da un palazzo con quattro porte protette da simboli sacri.
Il marito della scrittrice premio Nobel era un pedofilo che prendeva di mira sua figlia e altri bambini. Perché è rimasta in silenzio?
Il paradosso di Banksy, un artista che critica la società e il mercato dell’arte, ma diventa inevitabilmente parte del sistema che condanna.
La rinuncia è vista come un fallimento, una mancanza, una colpa. Ma è davvero così? È per questo che abbiamo così tanta paura del cambiamento?