peste nera inglese

Come la Peste Nera cambiò la lingua inglese per sempre

Per oltre sei secoli, dal 410 al 1066 d.C., gli anglosassoni governarono l’Inghilterra, imponendosi sui romano-celti e dominando la regione. Ma nel 1066 tutto cambiò con l’arrivo di Guglielmo I di Normandia. Dopo aver rivendicato il trono inglese, già occupato da re Harold Godwinson, Guglielmo invase l’Inghilterra e si scontrò con Harold nella celebre battaglia di Hastings. Il re anglosassone cadde in combattimento, e con lui crollò anche il dominio sassone. Da quel momento, Guglielmo e i suoi normanni presero il controllo del Paese, imponendo non solo la loro autorità politica e militare, ma anche la loro lingua: il francese normanno.

Per consolidare il suo potere, Guglielmo instaurò il sistema feudale normanno: si appropriò di tutte le terre d’Inghilterra e le distribuì ai suoi nobili e al clero, lasciando gli anglosassoni nelle posizioni più basse della società. I normanni governavano, mentre i sassoni continuavano a lavorare nei campi, allevare bestiame e commerciare, senza alcun diritto sulla terra che coltivavano.

L’anglosassone, o inglese antico, era una lingua dalle strutture sintattiche flessibili che nasceva dall’incontro tra diverse lingue tribali germaniche. Nonostante l’idea comune che fosse un idioma grezzo e primitivo, in realtà fiorì grazie al Rinascimento promosso da re Alfredo il Grande. I monaci si occuparono di preservarlo e documentarlo, e nel tempo divenne una lingua ricca, adatta all’arte e alla cultura. L’arrivo dei normanni, però, segnò l’inizio di una grande trasformazione linguistica. Con l’introduzione del francese normanno, una lingua di origine romanza strettamente legata al latino, l’anglosassone perse molte delle sue caratteristiche germaniche. Nel corso di un paio di secoli, questi due idiomi si mescolarono fino a dar vita all’inglese medio, che iniziò a somigliare all’inglese moderno che conosciamo oggi.

Nonostante questo cambiamento, il francese restò per molto tempo la lingua dell’élite. Era la lingua della politica, della legge, della letteratura e persino della religione. Parlare, scrivere e pregare in francese era la norma per chiunque appartenesse alla classe superiore. Gli storici hanno spesso sottolineato questa disparità linguistica, simbolo delle profonde divisioni sociali dell’epoca

Poi arrivò la peste…

A partire dal 1347, la Peste Nera sconvolse ogni aspetto della vita in Europa. Questa pandemia si protrasse fino al 1353 e, a differenza delle precedenti, non veniva dall’Egitto, bensì dalla Crimea. Si stima che la Black Death abbia ucciso tra il 40% e il 60% della popolazione. In Inghilterra, la malattia colpì soprattutto le classi lavoratrici (morirono circa circa 2.700.000 persone) lasciando interi villaggi semi-deserti e creando una drammatica crisi sociale ed economica. Con così tanti contadini morti, quelli rimasti si resero conto che il loro lavoro era diventato molto più prezioso. Per la prima volta, poterono chiedere salari più alti e migliori condizioni di vita. Questa nuova consapevolezza portò alla famosa Rivolta dei Contadini del 1381, in cui le classi lavoratrici sfidarono apertamente l’autorità. Anche se la rivolta fu repressa, segnò un cambiamento irreversibile: il potere dei contadini stava crescendo, e con esso l’uso della loro lingua, l’inglese.

Il declino del francese e l’ascesa dell’inglese

Con il tempo, il francese perse sempre più terreno. La società stava cambiando: i lavoratori erano più richiesti, l’istruzione si diffondeva e la lingua parlata dal popolo iniziò a imporsi anche tra le classi superiori. Entro la fine del XV secolo, il francese era ormai relegato a lingua secondaria e l’inglese era diventato la lingua dominante.

Un momento chiave in questo processo fu l’introduzione della stampa in Inghilterra da parte di William Caxton nel 1476. Se fosse arrivata un secolo prima, probabilmente avrebbe stampato in francese. Ma all’epoca, ormai, l’inglese era la lingua della maggioranza e così fu l’inglese a essere stampato, contribuendo alla sua standardizzazione e diffusione.

E se la peste nera non fosse mai esistita?

Se la peste non avesse decimato la popolazione inglese, i contadini non avrebbero mai avuto il potere di chiedere salari più alti e migliori condizioni di vita. Se non avessero ottenuto più diritti, la loro lingua sarebbe rimasta confinata ai ceti bassi, e probabilmente la stampa avrebbe adottato il francese come lingua ufficiale. In altre parole, senza la peste, oggi l’inglese potrebbe essere molto diverso, se non addirittura una lingua secondaria rispetto al francese.

Quindi, ironicamente, la peste nera non fu solo un evento devastante per l’umanità, ma anche un elemento chiave nella trasformazione dell’inglese nella lingua globale che conosciamo oggi. In un certo senso, possiamo dire che la peste nera non uccise l’inglese: gli diede nuova vita.

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