Ogni tanto la boxe ci regala uno di quei momenti in cui abbiamo bisogno che qualcuno ci pizzichi per essere certi che tutto sia vero. Quando la mano di Oleksandr Usyk si è alzata verso le 02:40, ora locale in Arabia Saudita, i giornalisti in prima fila, una folla di 20.000 persone e milioni di spettatori da tutto il mondo sono rimasti immersi nel momento. La superstar ucraina ha battuto il britannico Tyson Fury ai punti, diventando l’unico campione del mondo dei massimi delle 4 sigle principali (Wbc, Wba, Wbo, Ibf) più l’Ibo. La boxe ha finalmente il suo primo campione indiscusso dei pesi massimi nell’era delle quattro cinture. Da Jack Dempsey a Muhammad Ali, da George Foreman a Mike Tyson, un campione indiscusso dei pesi massimi detiene una certa notorietà e statura a livello globale che forse solo la boxe può garantire. Usyk era già una superstar della boxe, ma a Riyadh ha trasceso questo sport.
Il sublime gioco di gambe, l’abilità di controllare il ritmo e l’elevata potenza dei pugni hanno trasformato Usyk nel perfetto pugile. Ma la forza più grande del 37enne, tuttavia, è stata la risposta calma e controllata alle pressioni e alle avversità, sia dentro che fuori dal ring. Nella settimana più importante della sua vita di pugile, Usyk ha prestato poca attenzione alle buffonate di Fury. The Gipsy King è un enigma, uno showman imprevedibile che ha il dono di vincere la battaglia dei giochi mentali molto prima del suono della campana, eppure Usyk non ha avuto nessuna reazione scomposta, nemmeno quando Fury lo ha provocato e spinto durante la conferenza stampa pre-gara; momento in cui, tra l’altro, il padre del pugile inglese, John, è uscito sanguinante dopo aver sferrato una testata ad un membro del clan dell’ucraino.
Quell’intelligenza emotiva e quel controllo li ha usati anche durante il combattimento. Fury era a pieno ritmo e all’inizio del match ha sbalordito il suo avversario fino al sesto round, ma Usyk non si è lasciato prendere dal panico. I due giudici, che hanno assegnato il punteggio dell’incontro a Usyk, gli hanno assegnato i round da 8 a 11, ma è il nono round che, giustamente, dominerà i titoli dei giornali: Usyk ha centrato Fury con un una combinazione che l’inglese ha accusato, e una volta abbassata la guardia, lo ha sorpreso con una raffica di colpi che ha definitivamente tramortito lo Zingaro. Lo shock sul volto del pugile di Morecambe era evidente. Questo è ciò che fa Usyk. Che si tratti di stancare Tony Bellew e batterlo nonostante fosse in svantaggio, o di trovare quella marcia in più nei round di campionato per superare Anthony Joshua, l’ucraino trova sempre un modo per vincere.
Un chiassoso Fury ha partecipato alla conferenza stampa post-combattimento con tale energia da pensare che fosse lui il vincitore. “Mi stavo divertendo lì dentro. Lo adoravo. Ho pensato che fosse fantastico“, ha detto, prima di informare i giornalisti che Usyk era in ospedale con una mascella rotta. Ma proprio come è accaduto sul ring, un Usyk ricucito è emerso nella sala stampa. Non c’era nessuna mascella rotta. Quella sala ora era la sua corte, non più quella del Re Zingaro. Emozionato, l’ucraino ha parlato dei sacrifici che ha fatto per raggiungere il vertice della boxe, sacrifici che hanno dato i loro frutti.
La sua carriera include l’oro europeo, mondiale e olimpico. Il passaggio ai pesi massimi è notoriamente un salto difficile da fare, ma Usyk ha impiegato solo sei incontri per diventarne un campione indiscusso. Usyk ora regna sovrano nella divisione glamour della boxe, dimostrando di essere davvero il più grande combattente della sua generazione.