La prima comparsa del calcio nell’allora Impero ottomano risale a circa il 1875, anno in cui sempre più mercanti inglesi iniziarono a praticarlo nei porti di Istanbul, Izmir e Salonicco. Fin dai suoi esordi ottenne un incredibile successo di pubblico e di attenzione, ma tale gloria, almeno inizialmente, venne riservata solo alle comunità “non-musulmane” dell’Impero. Ciò è dovuto al fatto che il sultano Abdul Hamid II lo proibì a tutti i musulmani, affermando che era immorale per i fedeli indossare i pantaloncini e fare un gioco che, secondo lui, “imitava la sorte di Husayn, il nipote del Profeta“, la cui testa pare fu calciata in segno di sfregio. Secondo molti storici, tuttavia, le ragioni stavano più nella paura del sultano di veder riuniti così tanti uomini. A quell’epoca, infatti, l’Impero ottomano era in pieno fermento e cresceva nel sovrano la paura sempre più grande di una rivolta volta a deporlo (cosa che poi puntualmente avvenne, ma non tramite il calcio).
Per vedere la nascita del primo club turco e musulmano bisognò attendere il 1899, anno in cui fece la sua comparsa il Black Stockings, società fondata clandestinamente a Kadıköy dall’alta borghesia turca. La scelta del nome in inglese non è casuale e fu decisa espressamente da Fuad Hüsnü Kayacan, il fondatore del club, per evitare ogni tipo di ripercussione a livello politico, lasciando così immaginare un team di inglesi, non di turchi. Purtroppo, dopo la loro prima partita “ufficiale”, giocata nel 1901 e persa per 5 a 1, un giornalista vicino al sultano scoprì il misfatto, obbligando Fuad a presentarsi davanti alla corte di Abdul Hamid, uscendone quasi indenne solo grazie alle amicizie del padre, di altissimo rango militare.
Anche se il calcio rimase illegale fino alla rivoluzione dei Giovani Turchi del 1908, da quel momento in poi la passione dei turchi per il calcio crebbe esponenzialmente, tanto che già nel 1904 nacque la İstanbul Futbol Ligi, il primo torneo ufficiale, e nel 1905 vide la luce il Galatasaray, il più antico club turco di Turchia.
Galatasaray, la nascita del club più europeo della Turchia
La storia della nascita del Galatasaray è perfetta per comprendere appieno un periodo storico così particolare e turbolento all’interno della storia della Sublime Porta. Il club venne, infatti, fondato da diversi giovani ottomani di buona famiglia che studiavano al liceo Galatasaray, il più antico e fra i più prestigiosi dell’Impero ottomano, fondato nel 1481. Qui per secoli vennero a studiare i futuri quadri dell’Impero e non è un caso che Ali Sami Frasheri, il futuro fondatore del Galatasaray, studiasse proprio lì. Era infatti il figlio di Sami Frasheri, fra i più grandi scrittori e patrioti albanesi, tanto che la loro casa in Albania oggi è diventata un vero e proprio museo.
Il giovane Ali rimase affascinato dal gioco degli inglese e nacque in lui un desiderio sempre più forte di fondare un proprio club, in grado di dimostrare al mondo che anche i turchi erano in grado di primeggiare nel calcio; non a caso una delle sue frase più note è proprio:
Giocare con gli inglesi, avere un nome ed un colore, e battere le squadre non composte da turchi.
Fenerbahçe, il club “d’Oriente”
Ad appena due anni di distanza venne poi fondato il Fenerbahçe, altro club storico che diede fin da subito vita al celeberrimo Derby intercontinentale, contro il Galatasaray. A differenza della squadra rivale, non venne fondato da una personalità proveniente dalla periferia dell’Impero, ma da qualcuno che aveva profondi legami con la nobiltà ottomana: Ziya Songülen, il nipote di Saliha Sultan, figlia di Mahmud II, il 30° sultano ottomano. Va detto, tuttavia, che Ziya fu il primo presidente, ma non fu l’unica personalità di spicco a fondare il club, ed è doveroso citare anche i fratelli Fuat e Hamit Hüsnü Kayacan che, dopo la breve avventura con il Black Stockings, contribuirono prima alla fondazione del Galatasaray, per poi spostarsi dalla parte asiatica della città per alcuni dissapori con i giallorossi.
Il legame con il Black Stockings è tutt’oggi estremamente evidente: il Fenerbahçe ereditò non solo il distretto, ovvero Kadıköy, ma persino il campo di gioco, che venne acquistato proprio dalla neonata società. Inizialmente i colori scelti furono il bianco ed il giallo, volti a rappresentare il faro ed i narcisi che crescevano lì intorno (Fenerbahçe in turco vuol dire Giardino del faro), solo dal 1910 il club adottò il gialloblu che tutt’ora lo caratterizza.
Prima di tornare alla storia generale del calcio in Turchia, va segnalato che il Beşiktaş è tecnicamente più antico di Gala e del Fener, dato che fu fondato nel 1903, ma, a differenza delle due, le prime sezioni sportive si legarono a ginnastica e lotta, solo dal 1908 venne introdotta la divisione calcistica.
L’epoca di Atatürk
Con il crollo dell’Impero ottomano e la successiva occupazione britannica di Istanbul, i club turchi divennero ancor di più il simbolo del nazionalismo turco e della loro voglia di emergere contro l’invasore. Il Fenerbahçe da questo punto di vista si rivelò un vero mattatore, riuscendo a trionfare in ben 41 dei 50 match contro formazioni inglesi, fra cui l’ultimo, valevole per la General Harrighton Cup, l’ultimo trofeo dell’occupazione, oggi gelosamente custodito nel museo dei gialloblu. Con l’arrivo di Atatürk il Paese cambiò radicalmente in ogni suo aspetto e proprio il calcio divenne uno degli elementi propagandistici più forti ed efficienti. Ogni club rappresentava non solo una sorta di micro-stato nello Stato, ma era la perfetta rappresentazione della turchicità in grado di trionfare nel mondo; per tale motivo il calcio venne incoraggiato più che mai, portando anche alla nascita della nazionale turca.
La maggioranza dei club sostiene di aver avuto il Padre dei turchi fra i suoi supporters, ma è abbastanza irrealistico visto che 1934 chiese a Gündüz Kılıç, storica stella del Galatasaray, di spiegargli le regole del gioco; contando che Mustafa Kemal si spense nel 1938, è improbabile che nel frattempo abbia sviluppato una vera e propria passione. Va detto, però, che la madre di Atatürk fu letteralmente molto vicina ad un club, ma non al Fenerbahçe (che più di tutti afferma di essere la squadra di Atatürk), bensì al Beşiktaş; Zübeyde Hanım visse infatti a lungo vicino alla sede del club a Beşiktaş.