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Come le criptovalute hanno preso piede nello sport

Secondo una ricerca di Adweek, in US l’86% delle persone ha sentito parlare delle criptovalute, ma solo il 16% le ha usate. Ma le criptovalute, in America come in Italia, stanno diventando un fenomeno sempre più dirompente, e la percentuale di coloro che ne fanno uso segna un trend di crescita costante, grazie e soprattutto agli investimenti milionari nel mondo dello sport. Il mercato di queste nuove monete virtuali (il Bitcoin, la prima moneta virtuale mai creata e certamente la più conosciuta, è stato lanciato nel gennaio 2009) sfrutta la profonda crisi delle società sportive, per aumentare il giro d’affari dei fan token* e attrarre nuovi investimenti. 

*Fan token: criptovalute destinate ai tifosi delle squadre di calcio, che forniscono accesso a beni e servizi legati al club per conto del quale sono emessi. I beni e servizi consistono, di norma, in sconti su biglietti e merchandising. 

Attraverso i fan token, i tifosi possono anche avere la possibilità di intervenire su alcune decisioni della propria squadra del cuore, come il design della maglia, la musica nello stadio durante il riscaldamento (come nel caso dei tifosi interisti durante la Supercoppa) o il motto da scrivere nello spogliatoio. L’emissione di fan token consente alle società di calcio di fidelizzare e al contempo monetizzare la propria fan base. L’esperimento più intrigante fatto finora in Italia riguarda la Fiorentina, che per i suoi 95 anni ha creato sia una versione digitale che una fisica della sua maglia. Viola 9.5 è una collezione originale doppia; si tratta di Nft* di 95 maglie viola, in edizione limitata, numerati da 1 a 95 e tracciati in blockchain grazie a una smart patch applicata, che sono stati acquistati dai tifosi sulla piattaforma Genuino.World.

*Non-fungible token (NFT): certificati “di proprietà” su opere digitali

Max Rushden, in un articolo pubblicato sul The Guardian, ha paragonato gli Nft del calcio a una versione 2.0 delle figurine. Figurine che nessun altro può avere e da un mercato enorme, tanto che Sorare, una startup francese nata nel 2018, con oltre 600mila utenti registrati e la licenza di poter creare le figurine digitali dei calciatori sotto forma di Nft, ha dato vita a una sorta di “fantacalcio” attraverso lo scambio in blockchain delle stesse card. Ogni utente iscritto può allestire una squadra di cinque elementi e schierare la formazione in diverse competizioni virtuali, con punteggi basati sul rendimento reale degli atleti (grazie ai dati Opta). Per avere un’idea del potenziale di questo “gioco”, la card di Cristiano Ronaldo è stata venduta per 245mila euro. 

messi criptovalute
Leo Messi ha accettato di trasferirsi al Paris Saint Germain, oltre che per le disponibilità finanziarie della società francese, ma anche perché attirato dalla prospettiva di ricevere il pagamento di una parte dello stipendio, quella che riguarda i premi, con i fan token del club.

Il mondo delle criptovalute ha davvero invaso il calcio. Basta guardare le sponsorizzazioni delle squadre di Serie A per capirlo. L’ultima società, in ordine di tempo, a siglare un accordo con una realtà legata al mondo delle criptovalute è stata la Lazio che ha stretto un accordo con Binance,  fornitore leader di infrastrutture per criptovalute; ma anche la Roma che come sponsor di maglia ha DigitalBits; il Milan che ha annunciato BitMEX come primo Official Sleeve Partner e Official Cryptocurrency Trading Partner; e ancora la Juventus, antesignana in questo ambito, che già nel novembre del 2019 aveva lanciato sulla blockchain Chiliz, in collaborazione con la piattaforma Socios.com, Juv, un fan token dedicato ai tifosi. E infine l’Inter, probabilmente il caso italiano più emblematico. Il club nerazzurro ha siglato a settembre una partnership pluriennale con Zytara Labs dal valore di 85 milioni di euro, con il supporto di DigitalBits Foundation. L’intesa ha reso DigitalBits la “official global cryptocurrency” del club nerazzurro, mentre Zytara è diventato “official global digital banking partner” della squadra meneghina. Questa partnership ha fatto seguito all’accordo quadriennale con Socios, front jersey sponsor per questa stagione, con opzione sulle successive; un’operazione dal valore annuo di 20 milioni di euro, che fa della piattaforma blockchain il partner più remunerativo di un singolo club di Serie A.

Nel 2021 cos’è un tifoso? E cosa sarà domani? Il nostro progetto è per la generazione prossima, più giovane, digitale, che consuma lo sport mentre vede una serie su Netflix o gioca a Fortnite. Dobbiamo portarla al calcio e non solo alle partite. C’è il tifoso nato interista, che lo sarà sempre, e c’è quello che non lo è ma magari con la tecnologia potrà diventarlo. Guardiamo a lui, in un contesto globale.

Alexandre Dreyfus, creatore di Socios, ai microfoni della Gazzetta dello Sport
socios inter

Non solo calcio, però. L’intrusione nello sport delle criptovalute è globale e coinvolge tutto e tutti. Crypto.com (10milioni di utenti iscritti e 3mila dipendenti) ha acquistato per 700 milioni di dollari i naming rights dell’arena di Los Angeles, la casa dei Los Angeles Lakers. Ftx, uno dei più grandi exchange per criptovalute valutato 32 miliardi nell’ultimo round di finanziamento, ha acquisito i naming rights nell’arena dei Miami Heat per 135 milioni milioni di dollari e pagato 17,5 milioni di dollari per sponsorizzare le squadre di atletica dell’Università di Berkeley.

Ma è durante l’ultimo SuperBowl che abbiamo assistito alla consacrazione del mondo cripto. Prima dell’evento, Ftx aveva annunciato che avrebbe messo in palio una somma di bitcoin in base all’ora in cui fosse stato trasmesso il suo spot. Per esempio, se lo spot fosse andato in onda alle 7:32 pm, ora di New York, avrebbe regalato 7.32 bitcoin, pari a circa 320mila dollari; se alle 9:15 il valore sarebbe lievitato a quasi 400mila dollari. Gli spettatori dovevano solo essere collegati sull’account Twitter di Ftx e rilanciare subito il tweet pubblicato dalla compagnia: i 4 più veloci si sarebbero spartiti il malloppo. Unica condizione per partecipare: aprire un account presso l’exchange per poter ricevere il premio. Lo spot è andato in onda poco prima della fine del primo tempo. 

Lo spot Ftx con protagonista Larry David

Crypto.com ha risposto con uno spot con Matt Damon e anche Coinbase ha fatto il suo debutto nel più grande evento sportivo dell’anno (ribattezzato da alcuni CryptoBowl) con uno spot in cui si vede un QRcode rimbalzare nello schermo. Scansionandolo, gli utenti ricevevano questo messaggio: “Ora che abbiamo la tua attenzione, vorremmo annunciare che stiamo regalando 15 dollari in bitcoin a chiunque si unirà a Coinbase entro il 15 febbraio.

L’exchange americano Binance, il più grande al mondo, è stata l’unica compagnia a non aver comprato uno spot, ma ha annunciato che risponderà con una campagna dedicata alla necessità di studiare e informarsi prima di investire, smettendo di seguire i consigli dei personaggi famosi. Una frecciata non troppo velata a tutti i suoi competitors.

Ma perché queste realtà investono così tanto nello sport? Una spiegazione ce la dà Sam Bankman-Fried, fondatore e Ceo di Ftx:

I tifosi hanno una probabilità doppia di conoscere le criptovalute rispetto ai non sportivi, quelli appassionati arrivano a tre volte tanto.

Queste aziende, grazie allo sport, riescono a far avvicinare i tifosi alle criptovalute, rendendole più comprensibili, più tangibili, più vicine. L’intero settore è ancora in una fase di crescita iniziale e sta vivendo un momento in cui ha bisogno di un gran numero di utenti registrati per provare ai propri investitori la validità dei prodotti e continuare così ad attrarre nuovi round d’investimenti. È un mercato, però, soggetto ad un grosso rischio di volatilità. A inizio 2018 diverse società sono fallite in seguito al crollo del valore di molte criptovalute; non erano più in grado di sostenere i costi fissi come gli stipendi o l’affitto degli uffici, che erano in euro o dollari. Oltre al rischio della volatilità, però, ci sono altre criticità. Alcune società sono sotto stretta sorveglianza da parte degli organi di controllo, insospettiti dalle loro sedi operative dove si svolgono le transazioni: sembrerebbero quasi tutte privilegiare i paradisi fiscali. Inoltre, diversi responsabili di queste realtà e le stesse società risulterebbero già sanzionati per varie violazioni alla normativa antiriciclaggio.

Il Barcellona e il Manchester City hanno interrotto i loro rapporti di sponsorizzazione con due diverse società del settore. Il Barcellona ha annullato un accordo con Ownix, che avrebbe dovuto mettere in vendita delle fotografie (Nft) dei 122 anni di storia del club, a causa dell’arresto per truffa di un imprenditore collegato alla piattaforma. Il Manchester City, invece, ha sospeso una partnership con 3Key Technologies, azienda che si occupa di trading finanziario, a causa del fatto che i dirigenti non hanno né una presenza online né informazioni precise riguardo alla sede e ai contatti societari. Il mercato delle criptovalute è ancora un mercato estremamente volatile e pieno di insidie, e questo deve rappresentare un campanello d’allarme, soprattutto, per le nostre squadre di calcio – le realtà finanziariamente più deboli – che potrebbero perdere da un giorno all’altro sponsorizzazioni milionarie in grado oggi di tenerle a galla.

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